Una grande donna un giorno mi disse che il Diario Spirituale si deve scrivere a matita perchè solo la matita sa tradurre i messaggi dell'anima. Ed è per questo che tutto quello che leggerete in questo piccolo spazio è stato prima scritto a matita.


giovedì 4 gennaio 2018

Un tunnel di ghiaccio





2 gennaio 2018


Non sento il cambio di anno come un nuovo inizio. Non ho la sensazione di speranza e di rinascita che sembra invece invadere le persone che ho attorno.
Nulla è cambiato, nulla cambia.
Se non ci credo per prima io, come posso sperare che qualcosa succeda?
Non credo nel futuro prossimo. Non riesco a vedere il domani, quello che farò o quello che accadrà tra pochi giorni.
Vedo troppo lontano: vedo che cosa accadrà tra un anno ma non tra un mese.
Ho sempre freddo, alle braccia e al cuore. Sono costantemente alla ricerca del caldo penetrante della stufa e delle braccia dei miei figli, che però sono avari di effusioni.
Mi sento terribilmente sola e il nuovo anno è cominciato nell'umidità e nella pioggia.
Sono stanca. Ho bisogno di dormire, di riposare. Ho bisogno di andare in vacanza, non pensare a niente, per una volta essere servita invece di servire. Ho bisogno di immergermi in una piscina di acqua calda o farmi avvolgere dalle spire bollenti di una sauna finlandese.
Ho bisogno di dormire fino a tardi, restando a crogiolarmi sotto un piumone caldo, senza dovermi preoccupare del pranzo dei ragazzi, del lavoro o dello studio.
Stamane sotto gli occhi ho visto borse che non ho mai avuto, rughe nuove che prima non c'erano.
Mi sento sola, sola ad affrontare il futuro. Ma l'ho voluto io e non si torna indietro.
Prego ogni giorno per qualcosa di semplice eppure qualcosa che in questo momento sembra irraggiungibile: la forza di andare avanti, la forza di affrontare la solitudine e il freddo, la forza di resistere, di tenere duro, di arrivare in fondo a questo tunnel di ghiaccio.
So che l'inverno finirà, prima o poi. So che questa stagione della mia vita, che dura ormai da troppo tempo, terminerà.
Prego per la forza ma anche per ritrovare l'entusiasmo nella vita, la passione per ciò che amavo fare.
Sono sola, sono stanca ma non mollo, tengo duro.
E' il periodo più buio della mia vita, ma arriverà il giorno in cui mi potrò guardare indietro e ringrazierò per le ore di oggi, sarò grata a questo dolore che mi plasma, che mi torce il cuore, è vero, ma che lo sta rendendo più forte, più vero, migliore.
Ho freddo, ma questo lungo inverno passerà.

4 commenti:

  1. Ogni giorno è unh nuovo inizio, bimba!
    Prendi ogni singolo attimo come un dono, ti scalderà il cuore e sarà già una buona partenza!
    Quanto al servire parla sinceramente con i tuoi figli, fatti aiutare, lascia (e chiedi!) che si prendano cura di te: non si può far tutto da soli, eh! :)
    Sono piena di consigli, lo so che sembrano parole vuote a volte, ma se ne prendi uno alla volta e lo ascolti e provi a seguirlo... <3

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  2. Al di la' di tutto, forse sei semplicemente completamente stanca; anche se ci piace fare tanto, comunque si ha bisogno di vuoto per non esaurirsi. I figli sono un dono della vita ma assorbono troppe energie, per troppi anni, quando la natura li vorrebbe fuori dalla famiglia, essi continuano a chiedere tempo ed energia, non parliamo poi del lavoro... mia cara, cerca il modo di ricavarti del tempo, possibilmente in tempi prefissati (ad es. tutti i giovedi', il primo week end del mese) Non prendere impegni anche se piacevoli, devi dormire per poterti rigenerare metabolizzando l'accaduto. Buona rinascita!

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  3. Mia cara Francesca, se fossi lì ti darei un abbraccio forte.
    Ti capisco. Io non ho figli e questo mi porta meno obblighi ma forse più solitudine. La solitudine pesa, stanca. Sapere di non aveere più nessuna spalla su cui appoggiare la testa nel momento del bisogno a volte sgomenta, eppure è la realtà e bisogna andare avanti. Ti seguo sempre. Forza Francesca, ce la farai! L'inverno è lungo ma non è infinito, un giorno, forse prima di quello che credi, vedrai i fiori sbocciare. Ti abbraccio, ti abbraccio tanto.

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  4. Se non sappiamo incassare un colpo inferto dalla vita nel modo giusto, pensiamo di averne perso il controllo e lo analizziamo in modo molto negativo, come se le conseguenze fossero irreversibili e il dolore non possa essere scacciato o ridotto.
    Il tempo è vostro tuo alleato, ma non cercare di “mandare avanti il nastro”. Il tempo ha un suo ritmo per curare la ferita, non possiamo imporgli quello che vogliamo noi, ma dobbiamo permettergli di agire a modo suo.
    Kia

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